Il 10 gennaio è stata conclusa con cinque arresti la maxi operazione antidroga cominciata 2 anni fa a Bologna. Dal 2012 la Procura ha condotto indagini sulle tracce dei canali di approvvigionamento della sostanza e delle attività dell’organizzazione.
Si trattava di un gruppo di filippini, all’apparenza insospettabili badanti, che nascondevano e spacciavano Shaboo direttamente dalle cantine e dai garage degli ignari pensionati.
Vi sono state altre operazioni anti-droga in cui sono stati arrestati trafficanti di shaboo, negli anni precedenti, in altre zone d’Italia quali Roma (2012) e Empoli (2001).
Questo tipo di droga sembra aver preso sempre più piede in città, ma di cosa si tratta veramente?
Lo Shaboo, meglio conosciuto come Ice o Crystal Meth è la forma più pura di metamfetamina, ovvero cristalli, solitamente limpidi, di d-metamfetamina cloridrato, in genere è molto puro (80%-95%). Si presenta quindi come cristalli chiari, che assomigliano al ghiaccio o al sale grosso.
È una droga proveniente dalle Filippine, ma diffusa anche in Corea e Giappone, arrivata in Europa attraverso la Repubblica Ceca negli anni ’90. È molto cara: il prezzo può variare da €300 a € 500 al grammo.
Lo Shaboo viene generalmente fumato con piccole pipette di vetro, ma può anche essere iniettato, masticato o se ne possono respirare i vapori riscaldandolo all’interno di un recipiente di vetro.
L’effetto è eccitante come quello prodotto dalla cocaina, ma molto più lungo e intenso, che dura dalle 6 alle 10 ore. Provoca euforia, eccitamento, abbassamento dei freni inibitori, innalzamento massimo del livello di attenzione, aumento del battito cardiaco e affanno. Terminato l’effetto euforico, la persona può sperimentare un grave crollo fisico e mentale.
A livello psicologico, a causa della tolleranza inversa* ad alcuni degli effetti (soprattutto quelli psicotropi) si registra una marcata aggressività e irritabilità, allucinazioni, ansia, paranoia e umore depresso, che portano a perdita di appetito, disturbi del sonno, nausea.
Dosi eccessive possono condurre a convulsioni, crisi e morte per arresto cardiocircolatorio.
*la tolleranza inversa o la sensibilizzazione è l’aumento della risposta con la ripetizione della stessa dose di farmaco (spostamento verso sinistra della curva dose-risposta).
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Bellissimo articolo. Bravi ragazzi ottimo lavoro, continuate cosi!!