Con questo primo articolo avviamo una rubrica dedicata alla relazione tra il sesso e alcune sostanze psicoattive, tra cui ad esempio la Ketamina, L’MDMA, ma anche l’alcool e le benzodiazepine. Tutte le informazioni riportate nei vari articoli che usciranno sono tratte dal sito Insostanza.it e dal libro Piacere chimico, dalla coca degli Inca al Chemsex di S. Giancane.
La prima di cui parleremo è probabilmente la sostanza più conosciuta di tutte: la Cannabis. Fin dall’antichità questa pianta è stata considerata anche un afrodisiaco e la sua “fama” in merito è rimasta pressoché immutata fino ad ora; non a caso, in molte ricerche svolte, sia uomini che donne hanno riferito di aver avuto esperienze sessuali migliori dopo aver fatto uso di Marijuana.
Queste le percezioni di entrambi i sessi:
-Durata maggiore durante l’atto sessuale
-Durata maggiore dell’orgasmo
-Disinibizione e rilassamento
-Aumento della sensibilità tattile ed erogena
Tuttavia, la cannabis può avere anche effetti inibenti con conseguenze differenti, sia per uomini che per donne, in quanto è una sostanza dose-dipendente, ovvero l’effetto disinibente tenderebbe a ridursi con l’aumentare della dose.
Gli uomini se assumono una quantità eccessiva di Cannabis tenderanno ad avere problemi d’erezione, a sentirsi spossati, ad essere poco partecipativi durante il rapporto. Inoltre, è stato riscontrato che un uso prolungato di cannabinoidi ha un effetto negativo sulla fertilità maschile, in quanto rallenterebbe la conta spermatica e la loro mobilità, rendendo quindi ancora più difficile, di quanto già non lo sia, la possibilità di concepire.
Nelle donne, invece, l’assunzione di una dose troppo elevata può risultare rischiosa rispetto alla consensualità, in quanto potrebbe causare uno stato di apatia nei confronti del partner: è il cosiddetto “effetto divano”, che in generale riduce ogni genere di iniziativa, compresa quindi la capacità di dare il consenso e di difendersi.