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Un argomento che interessa molti, sia chi conduce mezzi e veicoli, sia le istituzioni nazionali ed europee con ricerche in merito, è l’utilizzo di cannabis associato alla guida. Nel seguente documento del l’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (EMCDDA) è fornito un resoconto, aggiornato a maggio 2018, relativo ai modelli normativi adottati dai vari Paesi, ai test per la rilevazione di farmaci, alla prevenzione della guida compromessa da cannabis e alle prospettive future per la ricerca e il monitoraggio.

Di seguito riportiamo una sintesi dal documento, riguardante alcuni dati statistici sui rischi alla guida e sui motivi per cui questi risultati vanno interpretati con attenzione.

Questi studi indicano che l’uso di cannabis è associato ad un modesto aumento del rischio di incidente. Risulta infatti da queste meta-analisi che la probabilità di essere coinvolti in un incidente, da parte di persone che hanno utilizzato cannabis nell’ultimo periodo, aumenta da 1,5 a 2 volte rispetto ai soggetti che recentemente non l’hanno assunta. Alcuni ricercatori, inoltre, sostengono che questa potrebbe essere una sottostima a causa del lungo tempo che spesso trascorre tra il sinistro stradale e il prelievo del campione di sangue necessario per il test. Un altro elemento emerso dalla ricerca è la maggiore possibilità per i consumatori di alcol di un coinvolgimento in un incidente rispetto a quello portato dall’utilizzo di cannabis. Infatti, una concentrazione di alcol nel sangue compresa tra 0,08% e 0,12% aumenta il rischio di incidente da 5 a 30 volte.

Tuttavia i risultati della ricerca sui rischi relativi a cannabis e guida devono essere interpretati con cautela per i seguenti motivi:

– i modesti effetti dell’uso di cannabis sul comportamento e sulla coordinazione misurati in laboratorio potrebbero non essere rilevanti per la guida su strada;

– i test su conducenti feriti e uccisi possono sottostimare il rischio, poiché rilevano concentrazioni di THC nel sangue al momento del test e non al momento dell’incidente, che può essere avvenuto da 1 a 2 ore prima;

– la presenza di basse concentrazioni di THC nel sangue non implica automaticamente l’uso recente di cannabis, bensì può anche essere il risultato di un uso pregresso in qualcuno che la utilizza regolarmente, ma non era alterato dalla sostanza durante la guida;

– di solito non è possibile avere la certezza che sia stata la presenza di THC nel sangue la ragione principale dell’incidente.

Come avviene un controllo stradale? Attraverso un test salivare eseguito in strada può evidenziarsi quali siano i conducenti che hanno recentemente utilizzato la cannabis e che potrebbero esserne potenzialmente alterati al momento della prova. I conducenti che risultano positivi al test sono solitamente tenuti a fornire un campione di sangue per verificare l’effettiva concentrazione di THC. Se questa supera il livello legale previste dalle legislazioni nazionali le persone alla guida sono considerate come alterate dalla cannabis o comunque sotto il suo effetto.

Quali info comunicare in caso di controllo? É importante che i soggetti comunichino l’eventuale assunzione di farmaci, ivi comprese le preparazioni cosiddette naturali, in modo tale da far conoscere al personale sanitario in anticipo quali potrebbero essere le reazioni incrociate o le sostanze che potrebbero interferire con il campione immuno-enzimatico, al fine di avere un’interpretazione accurata dei risultati di questi esami tossicologici.

Cosa dice la legge? Per il codice stradale, in specifico art.187, viene riportato che è reato guidare sotto effetto di sostanze stupefacenti, per specifiche leggere il materiale della Regione Emilia Romagna stilato dal Coordinamento Regionale Unità di Strada:

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il documento originale e a seguire la nostra pagina Facebook!

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