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Incontro con Giorgio Samorini, ricercatore indipendente specializzato nell’etnobotanica e nell’antropologia delle droghe, autore di testi e articoli specialistici italiani e stranieri
(autore del libro “Animali che si drogano”).

“Da oltre un secolo vige nella cultura occidentale un paradigma, influenzato dagli scritti della fine dell’800 dello scrittore russo Lev Tolstoj, che associa le droghe in maniera univoca agli aspetti problematici del loro abuso: la droga è un vizio, la droga fa male, l’uso delle droghe è sintomo di disagio e di sofferenza individuale e sociale, la droga viene usata per fuggire se stessi e i propri problemi.
Ma un insieme di dati etnografici, archeologici ed etologici sta sempre più evidenziando l’esistenza di aspetti fenomenologici associati all’uso delle droghe da parte degli uomini, così come degli animali, svelando un più ampio spettro di finalità del loro uso, ben distinte dalle conseguenze problematiche indotte dal loro abuso. Lo sviluppo delle moderne interpretazioni scientifiche e amorali del fenomeno droga sta aprendo la strada verso nuove “teorie delle droghe”, basate su paradigmi più maturi di quello tolstojano.”

sito web: http://samorini.it/site/

A6_samorini

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