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Smart drugs

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Cosa sono?

Con il termine Smart Drugs, il cui nome significa letteralmente “droghe furbe”, si intendono tutta una serie di composti sia di origine naturale (vegetale), che sintetica che contengono vitamine, principi attivi di estratti vegetali (tra cui i più diffusi sono l’efedrina, la caffeina, la taurina) e anche sostanze con caratteristiche allucinogene. Sono definite “furbe”, perché le piante che contengono principi chimici psico-attivi sono moltissime e non tutte sono nel tabellario ministeriale che ne sancisce l’illegalità. Proprio per questo sono acquistabili liberamente nelle erboristerie, su internet o negli smart shop.

Diverse sono le modalità di assunzione di questi prodotti. Alcuni vengono consumati con il supporto di alcuni strumenti, quali pipe ad acqua (bong), vaporizzatori, etc.

Attualmente esiste una grande confusione legata alla terminologia delle smart drugs: si parla infatti contestualmente di droghe vegetali, droghe etniche, droghe etnobotaniche, droghe naturali, biodroghe, etc. Per alcuni il termine smart drugs indica tutta una serie di bevande energetiche o pastiglie stimolanti che tentano di simulare l’effetto dell’ecstasy. Per altri le smart drugs si confondono molto di più con le droghe naturali o droghe etniche, confinando il loro consumo ad ambienti più alternativi. In realtà sembrerebbe che l’espressione smart drugs prenda origine dal fatto che sono “smart”, perché non perseguite o perseguibili dalla legge, poiché fuori dalle tabelle legislative sugli stupefacenti. Le forme con cui più comunemente si incontravano questi composti erano unguenti o pomate, infusi, filtri e mazzetti secchi per la fumigazione (inalazione dei vapori). Oggi si possono trovare sotto forma di pastiglie, che contengono differenti percentuali di efedrina e altre sostanze (vitamine, aminoacidi, altri stimolanti naturali); in polvere, da cui è possibile ricavare un infuso; capsule e bevande, che contengono miscele di efedrina, creatina, taurina e altri elementi che procurano un effetto marcatamente stimolante; barrette, chewing-gum, caramelle, sigarette, etc. Molti dei principi attivi contenuti nelle smart drugs rientrano nella categoria delle sostanze “dopanti”.

Effetti ricercati

Gli effetti ricercati in maniera più o meno consapevole sono:
– aumentare le potenzialità cerebrali;
– aumentare la capacità di apprendimento e memoria;
– migliorare le “performance” fisiche di chi le assume;
– fornire effetti psichedelici di “visioni sensoriali e allucinogene”, particolari percezioni, sensazioni, emozioni e processi mentali in genere alterati;
– aumentare il desiderio sessuale.

Le smart drugs producono un senso di euforia che può durare per alcune ore (3 – 6 mediamente), anche se l’effetto dipende molto dal tipo di principio attivo in esse contenute. L’effetto euforico è spesso accompagnato da: eccitazione, aumento dell’attività e della loquacità, espansione mentale, diminuzione del senso di fatica, riduzione della fame, minor bisogno di dormire.

Alcune di queste sostanze sono anche considerate afrodisiache.

Cosa può succederti

Le smart drugs possono provocare seri problemi, se non si riesce a gestirne il consumo e soprattutto a regolare correttamente le dosi. I rischi possono essere: rigidità muscolare, crampi, nausea, vomito, ansia, paranoia, tachicardia, ipertensione, collasso nei casi più gravi, perdita di controllo, aggressività, insonnia, estrema diminuzione dell’appetito.

Attenzione!

Negli ultimi anni si è modificato l’uso e il consumo di queste sostanze. Il numero di individui che ne fa uso è aumentato, come sono aumentate le informazioni scientifiche sulla loro tossicità, in particolare se vengono assunte da persone giovani, il cui sistema nervoso centrale non ha ancora completato il suo sviluppo. Il rischio è di incorrere in alterazioni cognitive, emotive e comportamentali che possono condizionare l’intera vita. Il fatto che le smart drugs siano legali non le rende meno pericolose di altre sostanze. Ciò che è naturale, non sempre è innocuo. Dire che una droga è buona perché è “bio” è un’ingannevole forma di marketing. Utilizzare una “pasticca” a base di ma huang, ephedra (principio attivo: efedrina), ad esempio, per migliorare le proprie prestazioni atletiche, o per passare una notte in allegria in discoteca, nulla ha a che vedere con l’uso dell’Efedra raccomandato dalla medicina tradizionale cinese. Fumare foglie essiccate di Salvia divinorum alla ricerca del “viaggio”, nulla ha a che vedere con l’utilizzo delle erbe allucinogene nella tradizione sciamanica sudamericana. Infine gli infusi di alcune piante come Belladonna, Stramonio e Mandragora, possono sì avere proprietà allucinogene, ma sono tossici e un piccolo quantitativo in più (o una concentrazione maggiore) può determinare l’avvelenamento, che può essere fatale. Occorre ricordarsi che dietro questo consumo c’è un mercato e di conseguenza un interesse economico.

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